Io Parlare Inglese! L’importanza di un inglese corretto per avere successo nell’export

bandiera UKA questo punto del nostro meraviglioso viaggio nel mondo del’export, credo che concordiamo ormai tutti con il sostenere che, come riportato nell’articolo relativo ai 3 errori più comuni che si commettono nell’export e che andrebbero evitati, non basta a volte saper parlare inglese e tradurre tutto il materiale aziendale se non si possiedono anche conoscenze tecniche e specifiche relative al prodotto che vogliamo promuovere per poi auspicabilmente venderlo all’estero.

Conoscenze tecniche, anche da un punto di vista linguistico?

ingranaggioAssolutamente si! Come in tutte le relazioni umane, la comunicazione è molto importante, tutti sappiamo parlare, ma pochi sanno comunicare e questo processo si complica notevolemente poi quando si cerca non solo di parlare, ma addirittura di comunicare in una lingua che di fatto non è la nostra. Un export manager di certo andrà ben oltre le fatidiche frasi del what’s your name? How old are you? e What time is it? E’ necessario un inglese settoriale che a me piace definire Business English che possa permettere ad un export manager o a chiunque ne faccia le sue veci, di presentare correttamente un prodotto, di evidenziarne le sue caratteristiche, di fare una presentazione dello stesso in un mercato specifico comparandolo magari, con eventuali competitiors presenti in quel paese. Ogni settore richiede un suo linguaggio specifico che va imparato con consapevolezza, imparare a memoria dei termini non servirebbe a nulla se non si ha poi la capacità di contestualizzarli e gestirli con padronanza. Che accadrebbe in caso di domande specifiche da parte di un potenziale cliente se non si possiede anche la padronanza di tale linguaggio settoriale?

Attenzione ai False Friends! falsi amici

Una delle prime insidie a cui stare assolutamente attenti quando si cerca di comunicare in una lingua che non è la nostra, sono i cosiddetti Falsi Amici. Si dicono falsi amici tutti quei lemmi o frasi di una certa lingua che, pur presentando una notevole somiglianza morfologica e/o fonetica e condividendo le radici con termini di un’altra lingua, hanno preso significati divergenti. (http://it.wikipedia.org/wiki/Falso_amico). Dunque, se non si vuole fare una pessima figura con il proprio interlocutore, fate molta attenzione perchè non sempre parole simili a quelle italiane hanno poi lo stesso significato di queste ultime, vi riporto quì di seguito i flase friends inglesi tecnici più comuni: falsi-amici22To Advertise è Pubblicizzare e non avvertire Argument è Discussione/Litigio e non argomento Comodity è Merce/Prodotto e non comodità To Control è Dominare e non controllare Factory è Fabbrica e non fattoria Furniture è Mobili e non fornitura Magazine è Rivista e non magazzino Patent è Brevetto e non patente Petrol è Benzina e non petrolio Notice è Avviso e non notizia Preservative è Conservante e non preservativo Stamp è Francobollo e non stampa Taste è Sapore e non tasto

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Vi è mai capitato di trovarvi in situazioni imbarazzanti con qualche vostro interlocutore a causa di un errato utilizzo della lingua inglese? Quanta importanza date all’effettivo livello di preparazione del vostro staff? Sapevate che su ciascuna busta paga di ogni singolo vostro impiegato già pagate per la loro formazione in tal senso? Utilizzate lo spazio dedicato ai commenti per raccontarci la vostra esperienza. Sarà interessante confrontarsi e scambiarsi opinioni in merito. Se vi è piaciuto questo articolo non dimenticate di condividerlo con i vostri followers sui Social tramite i pulsanti qui sotto.

 

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Vera Narducci
Ha ricoperto il ruolo di export manager in diverse aziende di rilievo internazionale prima di fondare "Twin Trade", diventandone il CEO. Laureata a pieni voti in Lingue e Letteratura Straniere, in pochi anni è riuscita a costruire una rete commerciale internazionale capace di introdurre prodotti e servizi delle aziende italiane in ogni parte del mondo.
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Vera Narducci
Ha ricoperto il ruolo di export manager in diverse aziende di rilievo internazionale prima di fondare "Twin Trade", diventandone il CEO. Laureata a pieni voti in Lingue e Letteratura Straniere, in pochi anni è riuscita a costruire una rete commerciale internazionale capace di introdurre prodotti e servizi delle aziende italiane in ogni parte del mondo.

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